Verona Beat

 

- Perché non sei andato a studiare lontano da Verona? - mi chiese.

- Mi piace Verona, ci sto bene. E poi le case universitarie mi danno l’idea di polvere e gatti.

- Di che?

- Non lo so, mi fanno venire in mente le cose di cui sono allergico: polvere e gatti. Mi danno l’idea di sporco, di confusione. Qualche mese fa sono stato a trovare una mia amica che studia a Bologna, e a casa sua c’era una marea di polvere. E poi anche un gatto che mangiava dal suo stesso piatto. Ho fatto trentadue starnuti consecutivi.

- Secondo me, è solo perché sei pigro. Sei un mammone che non vuole andare via di casa.

- Sono solo un provinciale, credo.

- “Non c’è mondo fuori dalle mura di Verona”? Una cosa così?

- No, quello no. Mi piace il mondo che c’è fuori, e mi piace andare a vederlo, mi piace viaggiare, ma a vivere sto bene qui. Sono un provinciale, ma odio il provincialismo. “Senza un gemito la provincia moriva al bar / paura di volar”. Una cosa così.

- Sempre Shakespeare?

- No, Gatti di Vicolo Miracoli.

- Chi?

- I Gatti di Vicolo Miracoli: Umberto Smaila, Jerry Calà, Franco Oppini, Nini Salerno … Non li conosci?

- No.

- Verona Beat è la canzone della nostra città! - protestai.

- Non li conosco - replicò lei risoluta. - Comunque, io credo invece che quando finirò il liceo, andrò a studiare a Milano.

- Ecco: Milano è il classico esempio di città, dove non vivrei mai.

- Perché sei pigro.

- No, perché fa schifo.

- Ci sei mai stato?

- Sì, ma sono sempre scappato.

- Secondo me ti sbagli. Dipende da come la vivi, dipende dalla predisposizione che hai. Io voglio scappare da qua: è una bella città, non lo nego, ma è così stretta, ti soffoca. Le stesse abitudini, le stesse persone...

- Se vuoi andare via, vai via, ma non scappare. Cioè, fallo perché vuoi andare in un posto nuovo, non perché vuoi scappare da dove sei. Se vai via solo per scappare, alla fine torni.

 

(da "Le addizioni femminili", next book, coming soon)

Scrivi commento

Commenti: 0

Alberto Fezzi