Fondamenti tecnici della conoscenza

L'INIZIO DELLA CONVERSAZIONE

Faccio finta di averla già vista; faccio l’amicone anche se magari le ho parlato due minuti sei anni prima; le dico che eravamo nella stessa scuola alle medie, o che l’avevo vista una volta all’università o in un negozio (anche se è chiaramente da maniaci sessuali ricordarsi di una ragazza solamente perché la si è vista una volta in

un negozio); le rovescio addosso un gin tonic, anche se questo lì per lì potrebbe farla un po’ irritare se poi non si è bravi a recuperare subito; la urto; la avvicino ballando come John Travolta in Pulp Fiction.


NOME

Sapere il nome è necessario, ed è necessario che lo impari bene, perché se poi lei mi dà il numero di telefono, e dandomelo mi chiede: “Ti ricordi come mi chiamo, vero?”, io non sia poi costretto a rispondere bofonchiando a bassissima voce un nome astruso che lei non sia in grado di capire, tipo “Giulfrancelis...”, e non debba poi registrarla nella rubrica del cellulare con un’anonima X.


ETA'

Dai 20 anni in su, nessun problema: la conversazione prosegue. Dai 18 ai 20, la conversazione prosegue solo se lei è una gnocca strepitosa e vale dunque la pena lambire le coste della pedofilia. Dai 18 in giù creo una nuvola di zolfo con un improvviso incantesimo e scompaio nel nulla.


RESIDENZA

Per i pigri come me, l’amore per una donna è inversamente proporzionale alla distanza fra la sua casa e la mia. Se superiamo il raggio massimo di 20 chilometri, l’amore si riduce al minimo. Insomma pensate, ogni sera: “Amore, vieni qui a cena?”, oppure: “Amore, vieni qui a vedere un film?”, e via in macchina a macinare chilometri come un ferrotranviere. Non ci siamo, mi dispiace: lontan dagli occhi, e dalla mia casa, lontan dal cuore.


FISICO

Certo è una qualità da valutare soggettivamente, ma non veniamoci a raccontare che è importante solo il carattere. Il fisico ha la sua bella importanza. Succede solo nel mondo delle fiabe o dei film che gli uomini non guardano il fisico di una donna, e succede solo per dare una speranza a quella categoria di donne insicure che hanno bisogno di sentirselo dire da un film che sono belle. Ed invece dovrebbero ben sapere che ogni donna a suo modo piace, che per ogni ragazza, per qualsiasi ragazza, c’è una fila di uomini disposti ad inginocchiarsi e perdere la testa nonché la dignità. L’unico elemento di sorpresa è scoprire da chi è composta questa fila: ragazzi piacenti e beneducati o spacciatori impenitenti che bazzicano le scuole elementari?


ABBIGLIAMENTO

La ragazza vestita veramente male ormai non si trova più. D’altronde non siamo più alle medie, e le ragazze non indossano più, come capitava allora, la tuta e le scarpe col tacco.

Tutte si curano molto e si vestono perfettamente alla moda e secondo me il rischio sta proprio qui. Ci sono cioè alcune ragazze che si vestono talmente tanto alla moda che scollinano il buon gusto e diventano trash, come un film eroticomico degli anni ‘70 con Lino Banfi: che siano tacchi ortopedici, leggins incomprensibili, moon-boot scamosciati (Dio mio, perché), o scollature fino al basso ventre che non è che poi ti viene da guardarle il seno, è che gli occhi si staccano autonomamente dal resto del corpo e decidono di guardarla lì in modo fisso e continuo e tu non puoi farci niente, e lei, a cui mancano solo le frecce luminose che le indicano le poppe, magari ha anche il coraggio di dire: “Mi continui a guardare lì, guardami in faccia!”. Sì, sì, belle parole: vorrei proprio vedere se io mi presentassi con il batacchio di fuori, tu, bella mia, dove guarderesti.


DRINK

In primo luogo, se lei beve come un militare di leva in libera uscita, e butta giù secchiate di qualsiasi cosa, del tipo che se alla festa finiscono gli alcolici lei chiede al padrone di casa dove tiene il Vetril, ebbene io so con certezza che non dovrò credere ad una sola parola di quello che lei mi dirà. Tralasciando il fatto che se beve così tanto farò fatica a capire anche solo qualche parola dei suoi farfugliamenti da ubriaca, comunque sia se le scappano frasi del tipo “mi piaci”o “ti voglio bene”, so bene che non devo crederci affatto: non sono certo diventato all’improvviso Brad Pitt nei panni di Achille Piè Veloce, è lei che è diventata un’alcolizzata cirrotica che non capisce più nulla.

Fatta questa premessa, è bene però dire che per me è preferibile una ragazza che almeno un po’ beva. Non troppo, a quello ci penso già io, ma un po’ sì. Il fatto che beva un po’ è infatti sinonimo di una persona a cui piace divertirsi e lasciarsi andare un po’.

Vorrei precisare che se è una che beve un po’ è anche una che si lascia andare un po’, se è una che beve tanto è anche una che si lascia andare tanto, e una che si lascia andare tanto a casa mia solitamente la chiamiamo mignotta. Decidete voi se vi va bene lo stesso.


CARATTERE

Ragionandoci sopra per bene, sul carattere delle donne si potrebbero scrivere enciclopedie più contorte e incomprensibili di tutti gli episodi di Matrix visti uno dopo l’altro.

Meglio dunque cercare di muoversi d’istinto e cercare di capire se la ragazza che state conoscendo possa essere stimolante. Se cioè è una che prende l’iniziativa, che parla, e quando parla non dice solo scemenze mettendo sì

parole una dietro l’altra, ma il dire cose interessanti è un’altra cosa. Se vi fa sentire a vostro agio e non si pone come Miss Mondo al cospetto della plebe infetta. E soprattutto se è simpatica.

A mio parere, oltre ad essere sinonimo di intelligenza, la simpatia purtroppo manca in varie ragazze, e non perché non siano intelligenti, ma perché, soprattutto quelle più carine, è come se nel momento in cui furono create, dopo essersi accorte di aver ricevuto il dono della Bellezza, avessero detto: “A posto così”, e avessero rinunciato al dono della Simpatia che veniva subito dopo, ritenendo che per conquistare un uomo basti la bellezza.

Ora, io non nego che la bellezza abbia il suo importante valore, ma se una ragazza è solo bella, e non simpatica, la storia potrà durare quelle due, tre serate, necessarie per meglio approfondire quella bellezza e gonfiare la propria

autostima da Don Giovanni dei poveri con una conquista in più, ma di certo senza la simpatia che stimola i neuroni, oltre alla bellezza che stimola gli ormoni, la storia si baserebbe sul niente. Quindi una ragazza solo bella ma non simpatica, a lungo termine può essere l’obiettivo solamente di un uomo senza neuroni.


BALLO

Non che sia importantissimo, ma insomma può essere significativo di qualcosa.

Se lei balla talmente tanto che sembra un muflone alle grandi manovre, so già che dovrò scordarmi future feste danzanti con lei a meno che non voglia essere costretto a rinnegarla nel bel mezzo della pista da ballo fino a che il gallo non canta tre volte.

Se balla presissima e indiavolata come i rugbisti neozelandesi prima delle partite, allora il mio futuro sarà costellato da lunghe maratone di ballo forsennato del tipo che io non ne posso più e ho i piedi che cantano l’Aida e lei che continua a saltare come un vispo capretto.

Se balla in modo incredibilmente provocante strusciandosi su tutti come Christina Aguilera, beh complimenti, mi sa che ho conosciuto una bagascia.


TELEFONO

Dopo tutto questo lavoro, posso infine chiederle il numero di cellulare. Se me lo dà, non mi faccio prendere dalla frenesia di scriverle subito mille messaggi, o almeno valuto le sue risposte.

Se mi risponde con dolcezza e simpatia, sono sulla buona strada.

Se invece è fredda come l’iceberg che ha affondato il Titanic, tipo che la sera della festa le scrivo: “Mi ha fatto piacere conoscerti, a volte le stelle cadono nel mio giardino” e lei risponde: “Ah, grazie”, lascio perdere subito, evidentemente tiene a me come a un sottobicchiere.

Se poi lei non risponde, Dio solo sa quanto io odio le ragazze che non rispondono ai messaggi. Io istituirei uno specifico reato penale: Le ragazze che non rispondono ai messaggi sul cellulare sono punite con la reclusione da uno a sei anni nelle segrete del palazzo della Vodafone.

Piuttosto che scrivere a una ragazza che non mi risponde, preferisco scrivere al Radio Taxi o al 190 della Vodafone. Una mattina, dopo una festa, mi sono accorto che la sera prima, nel delirio del party, avevo ricevuto il numero da una ragazza, ma forse intuendo dai suoi occhi da algida faina che lei non mi avrebbe mai risposto, o semplicemente perché avevo bevuto come un russo alla festa della vodka, ho optato per scrivere al 190 quello che avrei voluto scrivere a lei: “Se dirti che mi piaci è un reato, allora arrestami”.

Ho aspettato invano che arrivasse una bella centralinista con le manette, ma non è successo.

Sto ancora aspettando.

 

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Alberto Fezzi