La visura catastale dell'amore

Il mio amico Davide, utilizzando un concetto derivato dall’economia, la chiama asimmetria informativa, e il mio amico Davide, che a leggere le sue e-mail sgrammaticate direste tutti un ignorante, ha invece fatto perfettamente centro.

Il concetto va applicato alle relazioni tra uomo e donna, e in particolare va applicato a quel fenomeno per cui, se conoscessimo maggiormente, in modo preciso e definito, la situazione sentimentale di tutti gli altri esseri umani, avremmo relazioni più appaganti e non perderemmo invece tempo a inseguire persone irraggiungibili, sperando in qualche cosa solo perché non sappiamo.

Ancora più in particolare, sono le donne, spesso, a mantenere una segretezza totalmente ingiustificata circa le loro frequentazioni: da un lato è notorio che quasi nessuna donna sia puramente e semplicemente single come lo può essere un uomo, e tuttavia costei quasi mai apertamente dichiara di vedersi con qualcuno, e chissà perché. In tutte le occasioni in cui la vedi è sola, eppure, da qualche sorrisino malcelato, o da un uso compulsivo del cellulare, o da un sussurro delle amiche, lascia trapelare di vedersi con qualcuno. E allora questi due, che non vedi mai assieme alla luce del sole, te li immagini di notte, a baciarsi dietro i cassonetti, nascosti tra i locali confusi tra le ombre (yeh).

Per portare alla luce l’effettiva situazione sentimentale di ciascuno e capire sin da subito se c’è trippa per gatti (o per maiali, a seconda del rapporto che si vuole avere), dovrebbe esistere un archivio mondiale in cui io possa fare una visura e vedere se una donna si sta frequentando con un altro uomo. La ricerca dovrebbe poi essere affinata, e ogni donna dovrebbe dichiarare a quali uomini, sulla faccia della Terra, è interessata, senza tanti misteri: si parte da Johnny Depp e si arriva fino all’idraulico, con continui aggiornamenti. Io guardo la visura, non mi vedo elencato, e so di dover cambiare aria. E invece, nonostante tutto questo gran casino dei social network, in fondo non sappiamo veramente nulla degli altri (a parte quando vengono pubblicate foto in abito nuziale, il che presuppone che, almeno per qualche mese, lei sarà fuori gioco).

Ricordo che queste dotte teorie, in qualche modo, erano state applicate in un locale di Riccione dov’ero stato una ventina di anni fa (niente battute sull’età, per cortesia): su ogni tavolo del locale era posizionato un telefono, ci si chiamava da un tavolo all’altro, ci si presentava e, se ci si piaceva, si andava in pista a ballare e poi chissà (una cosa simile succede anche in un film di Fantozzi, con esiti tragicomici). Molto semplice, e quindi, come tutte le cose semplici, giusto. Se non che, ricordo che pur anche con questo meccanismo, che ti faceva telefonare a una ragazza seduta a quattro metri da te e a cui volendo potevi anche saltare addosso senza passare dalla telefonata, ebbene qualche ragazza cercava di restare sul vago, lasciando trapelare labilmente un qualche impegno sentimentale al di fuori di quel locale e dissimulando sia l’interesse che il disinteresse. E se allora io avessi potuto fare la mia visura, me ne sarei andato a prendere un gelato con la panna montata, invece che restare lì a parlare al telefono con quella buzzicona.

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Alberto Fezzi