(Bonaccorso Editore, 2008)
Prefazione di Umberto Smaila
Fede, Giò, Frank e Giorgione sono quattro amici, e questa è la loro storia: il periodo del liceo, e poi le scelte e le strade che ciascuno ha preso una volta finita la scuola. Uno spaccato della vita e dei pensieri di una generazione di trentenni: amicizie, aspettative, ricordi, amori, speranze e frustrazioni. Uno spensierato inno all’amicizia tra "Cuore" di De Amicis, "Colla" di Irvine Welsh, e "Un Mercoledì da Leoni", sempre in sospeso tra felicità e tristezza: in ogni caso, comunque, fino alle lacrime. Con "Sognando un Negroni" e "Io ballo da solo (però mi guardo intorno)" questo libro compone, per stile e tematiche trattate, la Trilogia del Negroni, con buona pace di tutte le saghe, da Tolkien a George Lucas. Firma la prefazione Umberto Smaila, ex Gatto di Vicolo Miracoli.
“Pochi libri mi hanno fatto ridere tanto quanto quelli di Alberto Fezzi, di cui sono diventato sincero amico e ammiratore. La sua malcelata anarchia, la sua coprofilia dilagante, che tuttavia non suona mai volgare, la sua cattiveria nel descrivere i “tic” della provincia borghese e in generale delle nuove precarie generazioni, vittime della globalizzazione, costituiscono la cifra precisa e l’indiscussa originalità di questo “genietto” veronese. Sublime Fezzi! Questa tua ultima fatica letteraria è anche meglio delle precedenti! Hai, per me, raggiunto una capacità di analisi satirica che mi ricorda il cinismo sadico di Woody Allen.”
Umberto Smaila
“Irriguardoso e picaresco. Una mescolanza di ferocia pirotecnica con l’umorismo e la pietà. A ritmo jazzistico, senza tante ciprie liriche, dalla rigogliosa vegetazione verbale si affaccendano a saltar fuori tutti i volti e le storie di un cabaret della quotidianità scolastica.”
Corriere della Sera
“Il giovane e fortunato autore conquista subito la vetta della classifica. Un caso tutto veronese. Lo stile che contraddistingue i suoi lavori è rimasto lo stesso, ironico, a volte dissacrante, a volte più riflessivo, ma con una particolare attenzione per la generazione dei trentenni d’oggi.”
L’Arena
“Uno spaccato che non è più solo locale. Un punto di vista curioso da cui guardare il mondo. L’opera più compiuta.”
DNews