Quando la gente perde la testa: 6 casi di scuola

 

1) QUANDO BISOGNA SCENDERE DALL’AUTOBUS

Quella paura smisurata di restare intrappolati nella calca, mancare la fermata, e ritrovarsi nel Vermont.

 

2) QUANDO NEVICA

Le leggi sono sospese e il Codice della Strada diventa un buffo almanacco di bizzarrie. Cade acqua solida dal cielo, d’altronde.

 

3) QUANDO BISOGNA PAGARE IL PARCHEGGIO ALLA COLONNINA

A nulla vale nemmeno una laurea in Fisica alla Normale di Pisa: sguardo confuso, intricati ragionamenti, finanche un filo di bava ad un angolo della bocca. E monete infilate come in una slot machine, pregando per un sì.

 

4) QUANDO SI RICEVE UNA MULTA

L’inaccettabile sfregio sociale derivante dalla punizione, il senso di colpa che punta il dito contro l’accusatore. “Andavo ai centotrenta in un centro abitato, con il cellulare all’orecchio, le pinne ai piedi, e un gatto da accarezzare appoggiato sulle ginocchia. Però quando mi hanno fermato non mi hanno chiesto il codice fiscale. Avvocato, possiamo fare qualcosa?” “Sì, pagare.”

 

5) QUANDO SI PARTECIPA A UN’ASSEMBLEA CONDOMINIALE

La spietata democrazia dei millesimi, che pone sullo stesso piano tuttologi, taccagni, attaccabrighe e fanfaroni. E, come sempre, il grande classico: tutti avvocati!

 

6) QUANDO CI SI TROVA DAVANTI AD UN BUFFET

Non ce ne sarà mai abbastanza, e ne resterà soltanto uno: il più affamato. 16.000 calorie con i primi due piatti sono un buon modo di affrontare il problema.

 

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Alberto Fezzi